Cattaneo, Vincenzo

La giustizia italiana in Africa : Somalia, Harar, Galla e Sidama, Eritrea, Amara, Scioa

Roma : Signorelli, 1942

Abstract/Sommario: La mia modesta fatica sarà ben compensata se sarò riuscito a presentare ai funzionari coloniali, accanto ai quali per circa un decennio ho vissuto, nell'ammirazione incondizionata dell'opera da loro sempre prestata con fervore di entusiasmo e di fede nella esplicazione delle loro funzioni, una esposizione organica, e spero non arida, della Legislazione emanata sull’amministrazione della Giustizia in Africa Orientale, integrata dai provvedimenti delle Superiori Autorità politico-amminis ...; [leggi tutto] La mia modesta fatica sarà ben compensata se sarò riuscito a presentare ai funzionari coloniali, accanto ai quali per circa un decennio ho vissuto, nell'ammirazione incondizionata dell'opera da loro sempre prestata con fervore di entusiasmo e di fede nella esplicazione delle loro funzioni, una esposizione organica, e spero non arida, della Legislazione emanata sull’amministrazione della Giustizia in Africa Orientale, integrata dai provvedimenti delle Superiori Autorità politico-amministrative coloniali e da selezionate massime giurisprudenziali.
Nella esposizione sistematica delle varie leggi di diritto sostanziale e procedurale mi sono lasciato guidare da criteri pratici, e solo per quanto mi è stato consentito dallo scopo del lavoro, ho prospettato in sintesi i principi informatori, a cui il nostro legislatore si è ispirato nella formulazione delle leggi coloniali.
E' intuitiva la importanza della loro esatta conoscenza. Solo da una illuminata amministrazione della Giustizia, può progredire quell'opera di civiltà che l'Italia Fascista, più di ogni altro Regime, si è proposta. E' la forza della Giustizia che sopratutto avvince, educa e irradia di luce piena la coscienza dei popoli. Più sarà completa la funzione della Giustizia e più riuscirà efficace la nostra opera di penetrazione e di affasciamento delle popolazioni indigene.
Non ho mancato di richiamare l'attenzione su norme di carattere pregiudiziale che hanno avuto interpretazioni divergenti, come in tema di opzione concessa ai sudditi per le giurisdizioni italiane e su quelle norme per le quali, per ragioni di nostro prestigio e di più spedito funzionamento, la pratica piega la mente a considerate la opportunità di una disciplina più aderente alla realtà coloniale.
Quanto all'istituto della revisione Governatoriale va presa in esame e risoluta la questione attinente al carattere definitivo delle sue decisioni in rapporto a possibili casi di pronuncia in contrasto con le norme o principi basilari del diritto indigeno.
Così pure mi è piaciuto rilevare che le attribuzioni che le leggi demandano ad organi politico-amministrativi anche di poteri giudiziari vanno esaminate senza preconcetti teorici, i quali, pur dovendosi ritenere in astratto pienamente esatti, non possono trovare applicazione nelle colonie dell'Africa Orientale. All'inizio del processo di colonizzazione bene il nostro legislatore si è preoccupato di dare il maggiore prestigio ai Capi delle circoscrizioni politico-amministrative, ritenendo che tale prestigio emana sopratutto dalla funzione giudiziaria.
Mi sono permesso di rilevare che non è conforme al nostro prestigio di nazione dominante concedere le funzioni di Cancelliere o la qualifica di pubblici ufficiali a sudditi coloniali nei confronti di cittadini italiani. Il soffio di modernità che pervade la legislazione coloniale nel tempo Fascista è giunta fino al punto da essere precursore di, norme sancite negli ordinamenti giudiziari coloniali prima ancora che fossero trasfuse nel nuovo codice di rito del Regno, che sarà applicato anche nei territori coloniali ai sensi del R. D. L. 1° giugno 1936-XIV n. 1019.
Nell'intraprendere il mio lavoro mi ha sempre animato la certezza che l'opera di Giustizia dell'Italia Fascista, già affermatasi sui territori dell'Africa Orientale, sarà senz'altro ripresa con la immancabile Vittoria delle nostre armi, che riconsacrerà lo spirito del diritto di Roma nel mondo.
Dall'esame della legislazione coloniale dell'Africa Orientale scaturisce che essa si uniforma ai geniali principi della dottrina Fascista, che si espandono oltre i confini della nostra Patria, per il loro carattere di universalità attinto dalle leggi essenziali della vita dei popoli.
Dal lavoro, considerato come dovere sociale, dalla giusta ed equa distribuzione delle ricchezze, dalle norme che impongono di ritenere la ricchezza non in senso egoistico, ma in funzione dell'attuazione dell'armonico sviluppo della economia sociale, possono solo derivare il benessere morale e materiale dei popoli.
Tali principi, che hanno la loro radice nella super-Legge costituita dalla fondamentale Carta del Lavoro, devono presiedere alla codificazione, alla interpretazione ed alla applicazione delle leggi.
Sarò pago dell'incoraggiamento che mi potrà venire dalla benevolenza dei lettori che, se riterranno non raggiunto lo scopo del mio lavoro, vorranno apprezzare la fede che mi ha guidato. [comprimi]

Copertina La giustizia italiana in Africa : Somalia, Harar, Galla e Sidama, Eritrea, Amara, Scioa

Dettagli

Campo	Valore
Descrizione	La giustizia italiana in Africa : Somalia, Harar, Galla e Sidama, Eritrea, Amara, Scioa/ Vincenzo Cattaneo. - Roma : Signorelli, 1942. - 395 p. ; 22 cm
Numeri	BNI: 1943 462
Autori	Cattaneo, Vincenzo - [Responsabilità principale]
Chiavi	Africa Italia Legislazione Politica coloniale
Luogo di pubblicazione	Roma - [Luogo di pubblicazione]
Editore	Signorelli - [Editore]
Categorie	Categorie _MONOGRAFIE - LC (Libri dal 1840 fino agli anni '70)
Paese	Italia
Lingua	Italiano
ID scheda	45564