Io sono Cultura 2020 : l'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi
[Roma] : Unioncamere ; Fondazione Symbola, stampa 2021
Abstract/Sommario:
Il 9 marzo 2020 è una data che difficilmente dimenticheremo: l’Italia è il primo Paese in Europa ad entrare in lockdown, da quel momento tutto è cambiato. Musei, cinema, teatri, sale da concerto, librerie, spazi culturali e creativi di ogni sorta hanno chiuso i battenti. Sembrava che la pandemia stesse vincendo anche
sulla cultura, ma nei giorni e mesi a venire, sempre più musei hanno trovato il modo di farsi visitare dalle nostre case, divani e cortili si sono trasformati in sale cin ...; [leggi tutto]
Il 9 marzo 2020 è una data che difficilmente dimenticheremo: l’Italia è il primo Paese in Europa ad entrare in lockdown, da quel momento tutto è cambiato. Musei, cinema, teatri, sale da concerto, librerie, spazi culturali e creativi di ogni sorta hanno chiuso i battenti. Sembrava che la pandemia stesse vincendo anche
sulla cultura, ma nei giorni e mesi a venire, sempre più musei hanno trovato il modo di farsi visitare dalle nostre case, divani e cortili si sono trasformati in sale cinematografiche e teatri, i concerti si sono spostati dai palchi alle nostre camere da letto. Una resistenza culturale, raccontata nella sezione “Geografie” del presente rapporto, che tuttavia non è riuscita ad arginare la più grande crisi del settore dal dopoguerra ad oggi. In Europa, secondo recenti stime, il comparto
ha perso oltre il 30% del proprio volume d’affari (da circa 650 mld del 2019 a poco più di 440 mld nel 2020), con settori come quello musicale e quello delle
arti performative che hanno riportato una contrazione pari, rispettivamente, al 75% e al 90%.
Una situazione che non possiamo permetterci perché, come ci ricorda la citazione del famoso politologo tedesco Dahrendorf 1 in apertura, è proprio nel mezzo delle crisi che abbiamo bisogno della cultura e della creatività. Cultura e bellezza in Italia rappresentano tratti fondativi della società, da qui il titolo del rapporto Io sono cultura, e che grazie alla loro forte relazione con la manifattura hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo, il made in Italy.
Non è un caso, ad esempio, che il “Nuovo Bauhaus” fortemente voluto dalla Commissione Europea, nasca proprio per rinsaldare i legami tra il mondo della cultura e della creatività e i mondi della produzione, della scienza e della tecnologia e per guidare la transizione ecologica indicata dal Green New Deal e dal Next Generation EU.
Questo il contesto nel quale si inserisce il X rapporto Io sono cultura, promosso da Fondazione Symbola, Unioncamere, insieme a Regione Marche e Credito Sportivo 2. Grazie all’apporto di numerosi esperti (oltre 40), abbiamo realizzato un diario di bordo, anticipato nei mesi scorsi nella rubrica #iosonocultura, che racconta le fragilità e le difficolta del sistema produttivo culturale e creativo, ma anche case histories utili a suggerire delle vie d’uscita dalla crisi. Il Rapporto oggi in uscita raccoglie e restituisce questa ricca raccolta di visioni così come è stata realizzata in quei mesi, densa di utili stimoli e strumenti per codificare i fenomeni in atto e permettere di immaginare e anticipare il futuro.
Il rapporto quest’anno contiene, insieme ad un’analisi del sistema pre-covi (2019), anche informazioni sul 2020, ricavate attraverso un’indagine 3 condotta su un campione di oltre 1.800 imprese appartenenti al core del Sistema Produttivo Culturale e Creativo 4. Nel 2019 il Sistema Produttivo Culturale e Creativo era
in crescita e rappresentava il 5,7% del valore aggiunto italiano: oltre 90 miliardi di euro, cioè l’1% in più dell’anno precedente (a prezzi correnti). Oltre il 44%
di questa ricchezza era generato da settori non culturali, manifatturieri e dei servizi, nei quali lavorano oltre 630.000 professionisti della cultura (designer, comunicatori, registi, ecc.) per elevare la qualità e il valore prima simbolico e poi economico di beni e servizi. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo dava lavoro a più di un milione e mezzo di persone, vale a dire il 5,9% dei lavoratori italiani.
[comprimi]