I Protocolli dei Savi anziani di Sion : versione italiana con appendice e introduzione
Roma : La vita italiana, 1938
Abstract/Sommario:
«I Protocolli dei Savi Anziani di Sion» furono da me pubblicati per la prima volta in Italia nel febbraio del 1921. Nel fascicolo di settembre del 1923 de «La Vita Italiana» li ripubblicai per la seconda volta. Nell’ottobre del 1937 ne curai una nuova edizione che si esaurì rapidamente in quattro mesi. Nel febbraio del 1938 vide la luce la terza edizione, alla quale seguì una edizione speciale — quarta — destinata a istituti pubblici e del Partito. La presente è la quinta edizione e, c ...; [leggi tutto]
«I Protocolli dei Savi Anziani di Sion» furono da me pubblicati per la prima volta in Italia nel febbraio del 1921. Nel fascicolo di settembre del 1923 de «La Vita Italiana» li ripubblicai per la seconda volta. Nell’ottobre del 1937 ne curai una nuova edizione che si esaurì rapidamente in quattro mesi. Nel febbraio del 1938 vide la luce la terza edizione, alla quale seguì una edizione speciale — quarta — destinata a istituti pubblici e del Partito. La presente è la quinta edizione e, come le precedenti, è una ristampa fedele della prefazione, traduzione dei «Protocolli» ed appendice della edizione del febbraio 1921. Questo va tenuto ben presente. Sono aggiunti alla ristampa: a) la introduzione; b) il documento di G. B. Simonini tolto da «La Civiltà Cattolica»; c) il capitolo «L’autenticità dei ”Protocolli” provata dalla tradizione ebraica»; d) l’elenco per cognomi di 9800 famiglie ebraiche in Italia.
Nessun libro nel mondo è stato mai oggetto — complice necessaria la organizzazione libraria, pressoché tutta nelle mani degli ebrei — di tanto boicottaggio quanto i «Protocolli». Le edizioni italiane sono state particolarmente prese di mira, sopratutto per la documentazione da me raccolta nell’Appendice. Ciò nonostante il libro si è diffuso rapidamente e le edizioni si susseguono a getto continuo. Conosco famiglie italiane che tengono custodito il libro religiosamente. Conosco italiani all’estero che l’han diffuso con fervore di apostoli.
Tutta la stampa ebraica mondiale e tutti i grandi giornali infeudati all’ebraismo, sulla fede del giudeo dr. Biftor Goldschmidt, nel dicembre del 1928, stamparono con ricchezza di particolari e colossali titoli che i «Protocolli» erano stati, per ordine di Mussolini, interdetti in Italia e che il sig. Giovanni Preziosi che li aveva diffusi e pubblicati era stato, per ordine del Duce, internato in un manicomio.
Il giornale «Deutsche Wochenschau», che per primo aveva divulgato la menzogna ebraica del dr. Goldschmidt, si rifiutò di pubblicare la smentita, spontaneamente inviata da Friedrich Rock di Kassel; il quale inutilmente chiese la rettifica agli altri giornali infeudati alla «menzogna eterna». Fu l’«Illustrierter Beobachter» (1929 - Folge 8), che pubblicò due intere pagine illustrate per documentare la menzogna e far sapere che io, invece che al manicomio, ero a Napoli, sano e vegeto come sempre, direttore dei giornali «Mezzogiorno» e «Roma», che ero anche direttore della rivista «La Vita Italiana» e che i «Protocolli», nonostante l’ostruzionismo della organizzazione ebraica libraria, erano in vendita e non erano mai stati «interdetti».
Ma questo non è che un episodio; quando saranno note le testimonianze della lotta fatta a questo libro e si conosceranno i metodi di lotta adoperati contro chi ne fece la pubblicazione, si vedrà sempre meglio fin dove possono giungere, come operano, di quali mezzi e di quali uomini si servono le «forze occulte» del giudaismo basato sulla «menzogna eterna».
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